Salve salve…
Progettando un’altro bar con mobili Alsop. Sgabelli, tavolini da caffe’, bancone. Una scatola di delizie, come una scatola di cioccolatini in cui si entra e si beve e si chiacchiera e si fuma (tutte le cose che fanno gli umani) e ci si guarda, forse per riscoprirci interessanti.
Colori, patterns a zig-zag rutilanti di colori, superficie onnipervasiva, plastica (Formica), che ricopre tutto come un guanto in technicolor: pelle.
Ieri sera ho deciso di andare in piscina piu’ presto del solito e c’era la ressa. poi ci si meraviglia se uno in citta’ diventa asociale; ogni spazio di interazione pubblica e’ strapieno e l’unica forma di interazione e’ il nervoso combattere per il proprio spazio vitale, per il proprio diritto di occupare uno spazio fisico e svolgere un’azione qualunque. Stamani sul bus era lo stesso: ambiente acquatico o aereo, non importa, stesso senso di panico represso, stesso nervosismo, disagio indotto dalla vicinanza fisica. Altre popolazioni reagiscono meglio al sovraffollamento, devo dire, e lo stress e’ contagioso, si respira come il monossido.
Sabato sera non ho avuto voglia di uscire, domenica pomeriggio neanche.
Stasera vado al Goldsmiths College a sentire un reading di Will Self, famoso e irritabile scrittore/celebrita’ inglese… per un po’ di emozioni forti leggete il suo remake de “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde intitolato semplicemente “Dorian”, trasposto nella Londra degli abusi drogherecci, AIDS, dungeon clubs e dissolutezze varie fra anni 80 e 90.
Il famoso ritratto diventa un’opera di video-arte. Dorian e’ un serial killer. Stile corrosivo, linguaggio forbito, una versione cyberpunk e un’omaggio all’elegante prosa vittoriana dell’originale.
Miao