Think of London

Mi viene in mente quella canzone dei Talking Heads (Cities) che fa:

“Think of London, a small city,

Dark, dark in the daytime,

people sleep, sleep in the daytime…”

E’ un buio, ma un buio, gia’ alle 10 di mattina…

Entro allo studio dopo la pedalata con un’attitudine del tipo che cazzo volete tutti quanti, oggi non e’ aria… Lo sguardo del direttore/associato, una roba patetica tipo “riconosci la mia autorita’” (sovrappeso, pelato e presunto-trendy). Dio che nervi.

Devo affrontare il blocco di residenze (200+150) del piano di Middlehaven, Will ha avuto la solita idea impossibile e io devo sforzarmi di abbandonare ogni tentativo di razionalizzazione e svilupparla in maniera onirica, altrimenti ne esco pazzo.

To be continued after breakfast…caffè


E’ quasi l’ora di pranzo… ascoltando the Rapture in cuffia siamo arrivati anche all’una. Analizzo ma non sogno… sono incastrato al mio tavolo, ho bisogno di evadere, evadere, evadere! Il sole si affaccia, presto, uscire fuori!


caffèGiornata non molto produttiva oggi… ce ne e’ voluta piu’ del solito per convincermi a combinare qualcosa.

It has been too long, forse ho bisogno di un cambiamento. Non penso che mi prendano completamente sul serio qui dentro. I giorni si trascinano senza troppo entusiasmo da un po’ troppo tempo. Aspettare, aspettare… ancora un po’ e faccio la muffa. La cosa che mi frena e’ che ogni volta che mi sforzo di dare un’occhiata di insieme (the big picture), ne risulta che non e’ poi cosi’ male, anzi. Comunque non sono soddisfatto, tutt’altro. I motivi sono svariati e complessi, quattro anni non si sbrogliano in un minuto, e il fattore affettivo e di attaccamento ha il suo peso. A volte mollerei tutto comunque.


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