E’ gia’ domani? Possibile?

telefonoE’ gia’ domani? Possibile? Ero convinto che fosse sempre oggi.

Ho fatto una rilettura delle ultime 2 o 3 settimane del blog. Mi perdo, mi sfugge il senso, la mia stessa voce ogni tanto mi elude. Pubblico scritte colorate piene di nonsense. Detto cio’, non e’ poi cosi’ male. Mi domando se e’ solo un diario pubblico o un message in a bottle, la ricerca di un dialogo.

La scusa che mi sono coscientemente dato dall’inizio era quella di scrivere in italiano, lingua adorabile che desidero coltivare e mantenere priva di ruggine e scricchiolii, anche se i forestierismi si insinuano in ogni indecisione. In realta’ ci sono vari altri motivi.

Fra cui, in ordine sparso:

-Vanita’ ben temperata con scivolate occasionali piu’ o meno coperte;

-voglia di comunicare a chi e’ altrove come e’ vivere in una metropoli che e’ nota come posto dove succedono cose, si creano miti e si vedono cose che altrove non si vedono. Smontare i miti e crearne di nuovi, ancora piu’ incircostanziati e senza mass-appeal, sventolare dalla finestra del n.10 le mutande sporche del Paese dei Balocchi Nevrotici. La fata turchina e’ la nuova droga che sintetizzano dai residui dell’Ariel.

-Descrivere a me stesso la mia vita nel tentativo di renderla migliore/piu’ sopportabile. Questo e’ esercizio utile anche a me stesso perche’ spesso non so perche’ sono qui. Nemo profeta in patria e ognuno e’ uno sconosciuto a se stesso finche’ non si conosce.

-Arrivare a descrivere situazioni che si materializzano al di la’ del linguaggio, fabbricare campioni narrativi che poi si possono riutilizzare come colori-base da poter mescolare e ricombinare. Santo William Burroughs aiutami tu.

-Apoteosi della quotidianita’, cielo in una stanza; diventare Gino Paoli e Mina (o Juliette Greco e Prevert, o Lotte Lenya e Kurt Weill) fusi in una persona unica e ascendere in paradiso senza doversi smerdare con una morte qualsiasi. (e’ tutto grasso che cola).

Vedremo quello che si potra’ fare.

Adesso vado a letto luna

baci…

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