Drab, dreary places. Il

Drab, dreary places. Il sole d’inverno.

Gli eventi seguono il loro corso, come dappertutto. Gente che arriva da altre parti, gente che parte. Buildings whose roofs have fallen in.

A volte ho dei flash di com’era prima che partissi, gli anni ’80 e ’90. Non e’ cambiato poi tanto, c’e’ solo una patina di incuria o a volte di una novita’ anodina e irrisolta. Io sono cambiato, piu’ di quanto io stesso voglia o trovi confortevole ammettere. Non reagisco piu’ allo stesso modo agli stessi eventi, non mi fido, mi irrigidisco d’ufficio in previsione di un rifiuto, di una chiusura. Il riflesso su una finestra, presagisco l’odore del mare. Salotto polveroso, affondato nel terreno, tappeti sul rosso, televisione accesa trasmette telefilm: california anni ’70. Qualcuno decide di uscire, tornera’ solo molto piu’ tardi. L’odore del giardino incolto filtra dalla porta-finestra sul retro. I poster di forza italia ovunque, slogan senza senso. rena-ercole-rena-ercole-rena-ercole, un paio di calzini stesi fuori dal 1994. Infissi alluminio, tende a fasce verticali orientabili in tessuto plastificato ecru con catenella. Drifting, always drifting…

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