La fiacca, il caldo…

La fiacca, il caldo… reduce dalla chiusura del festival di Spoleto, quel residuo di cultura borghese “alta” che ancora sopravvive a se stesso e non ne vuole sapere di aggiornarsi ne’ di scomparire, anche se non sa veramente piu’ dove guardare per attingere a cose nuove. Persa ogni pretesa di inclusivita’ e trasgressione controllata degli anni 70, adesso il figlioccio del fondatore che assomma in se’ direzione sia artistica che esecutiva, butta insieme a casaccio cose di qualita’ dal mediocre al non eccezionale, al decisamente televisivo/trash (vedi danza all’anfiteatro romano) approfittando dello scenario esclusivo di piazza del duomo per produrre quella densita’ critica di vestiti blu e signore pettinate che e’ l’unica unita’ di misura del successo di un evento culturale di questo tipo. Unica eccezione, la compagnia norvegese di teatro danza Jo Stromgren Kompani (www.jskompani.no) con “The Hospital”, relegata purtroppo nel teatrino delle sei ma esplosiva di talento e cose da dire.

Comunque gli gnocchi al tartufo del ristorante in piazza del mercato e la frittatina, sempre al tartufo, del ristorante sportellino,con verdure dell’orto del proprietario per contorno, sono valse senz’altro il viaggio, insieme alla compagnia di Cisco e della allegra banda della sartoria, e agli affreschi di Filippo Lippi e la rocca e il ponte del Gattapone.

Miao!

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