Eccomi, fluttuante nel brodo esistenziale della domenica.
Ieri giornata di shopping, oggi non so. Sono in attesa di varie cose: decisioni da prendere, responsi esterni tardano ad arrivare. Non e’ che mi ci voglia un faro illuminante o una musa, le decisioni le so prendere da solo: che altro resta nella vita se non prendere alcune decisioni, pur sbagliate, e pagare per esse? In fondo e’ solo un gioco, le cose serie sono altre, tipo prepararmi da mangiare e cosa, o uscire e andare dove.
Buon vecchio Le Corbu, che mantiene la sua pericolosita’ a oltre 70 anni di distanza. Guardare e non toccare. Personaggio di una complessita’ infinita e dalle mille ambiguita’ tutte risolte nel suo canone pseudo-scientifico, molto umano e infarcito di autopropaganda. La sua mediterraneita’ idealizzata, trapiantata nella luce grigia del nordeuropa, ha ben pochi contatti con noi umani del 2005; e pensare che c’e’ ancora chi lo imita nel rigore e nella follia (foto ricordo accanto a Mussolini). Ma il lascito c’e’, e la sua ambiguita’ e’ la cosa che ancora contraddistingue noi europei dagli americani, che onestamente credono che tutto quello che si vede alla fine contiene un messaggio univoco e semplice, e si aspettano che tutti gli altri ci credano a loro volta. Il Modulor e’ il letto di Procuste autoimposto, ma non e’ altro che uno dei tanti, e nemmeno fra i piu’punitivi. Visioni del Plan Voisin come di un’altro pianeta, gente che si aggira fra i grattacieli a pianta cruciforme sotto i cieli viola con maschere respiratorie, spingendo carrelli con rotelle in titanio anticorrosione verso shopping malls sotterranee.
Auto e treni dai guidatori ciechi sfrecciano. Occhi che non vedono le astronavi…
Avete presente Queens visto dal ponte di Brooklyn? Una versione in bianco e verde acqua invece che marrone, et voila’, avrete convinto anche l’amministrazione cittadina piu’ conservatrice della bonta’ della vostra visione.
Potenza del colore…
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