nah sie mahl an

nah sie mahl an an an!

Come stiamo oggi? Bene direi. Niente degno di nota. Pulito casa, passato gli ultimi giorni ad evadere alcuni lavori remunerati e non. Manca ancora un task prima di dedicarmi a cercare lavoro (per qualcun altro intendo), e nel frattempo spero che la faccenda del product design col mio socio inglese per la premiata ditta italiana decolli e mi fornisca, se non delle solide basi, almeno la nozione che qualcosa di solido su cui poggiare i piedini c’è.

Attendo la cara Hilpi Schatzi per il weekend in visita da Londra. Se solo il tempo ci graziasse potremmo dedicarci insieme a piacevoli escursioni, tipo la festa della ciliegia a Vignola con la sua crostata chilometrica, e altre cose. Comunque in caso di inclemenza c’è sempre il mambo e il museo civico medievale che ancora non ho visto. Entrambi sono come dire just down the road come quasi tutto il resto qui a Bulàgn. Hilpi adesso è molto contenta del suo lavoro, pare che si trovi veramente bene da Dixon Jones. E’ uno studio colto e presigioso e la trattano bene. Niente di eccessivamente radicale, ma tutto sommato un atteggiamento dignitoso verso il design che non rovina la giornata a nessuno e probabilmente risolve anche diversi problemi complessi. D’altronde giudicare è sempre facile, fare molto meno. Costruire poi non ne parliamo…

Il nuovo laptop viaggia che è un piacere. Se penso a quanto mi costa (anche a rate) mi prende uno sturbo, ma usandolo uno se ne dimentica. Incredibile come con lo strumento giusto le cose diventino gestibili. Sono già in rete, il vecchio P4 e il nuovo duo, e conversano amabilmente. Il vecchio gestisce l’email e le faccende amministrative, il nuovo i lavori hardcore di rendering e modellazione con rhino e lightwave e il disegno cad con microstation. Adesso il ministudio funziona. Manca il lavoro. I mesi da qui alla fine dell’anno saranno dedicati a trovarne.

La sessione settimanale di yoga al centro natura mi mette in uno stato di beatitudine che vorrei durasse di più. Latito dalle piscine, e la mia schiena ne risente un po’: i soliti doloretti con minaccia di inchiodamento che si presentano puntuali a primavera.

Visto Gomorra ieri sera: che dire, stupendo. E non è esagerato. Una forza e una veridicità propria del miglior neorealismo. Tutti dentro al film, e dietro la macchina da presa uno sguardo cosciente e attento che fa parlare ogni azione con la voce dell’esistenza. One in a million?

fiore

P.S.: se avessi moglie comunque la cambierei. Vi consiglio di fare altrettanto.

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