E’ un pezzetto che non scrivo. Perchè volevo ripensare con calma agli ultimi due incontri che hanno chiuso la rassegna di architettura qui a Chioggia. Il terzo incontro è stato col prof Renato Rizzi. Mi spiace non essere in grado di parlarne in maniera adeguata e piena, infatti la mia conoscenza del greco è pari a zero, avendo io fatto studi scientifici, e le mie reminiscenze di filosofia sono anocora meno dal momento che, per me, è stata una materia sempre difficile non da studiare, ma da ricordare.
Comunque, posso basarmi molto sul giudizio dei presenti che hanno definito l’incontro “illuminante”, “una boccata d’aria fresca”. La sua illustrazione della polis greca riportata ai nostri giorni sicuramente ci ha dato di che discutere e riflettere.
Molto più alla mia portata, e di mio gusto, è stato l’incontro col Prof Dal Fabbro.
“Lampi di città” lo ha chiamato, e io l’ho trovato, questo si, interessante e illuminante.
Premetto che il prof Dal Fabbro come insegnante lo amo profondamente, perchè starlo ad ascoltare è uno spasso e il 30 e lode che ho preso al suo esame di Teorie e Tecniche della composizione architettonica, allo IUAV, non mi è costato nemmeno un pò di fatica da tanto interessante che era per me il suo modo di spiegare e presentare le sue idee.
Alla fine, anche Dal Fabbro ci riporta sempre come esempi i grandi del passato, da Mies a Le Corbusier ad Aldo Rossi, ma ce li riporta appunto per quello che sono: grandi del passato. Gli esempi delle sue architetture, che ci ha mostrato, premettendo che bisogna mostrare quello che si è capaci di fare, si riferivano appunto a questi grandi, ma mostravano il suo stile personale e quello che era per lui il moderno.
E io penso che vada apprezzato chi ha il coraggio di mettere in piazza le sue idee, ma senza volerle imporre.
Purtroppo sono dovuta fuggire prima della fine, perchè la sua conferenza continuava poi presentando il lavoro di Augusto Angelini, suo assistente, sull’architettura palafitticola, ma io dovevo andare a casa a preparare la cena, in quanto, tra le tante cose, sono anche donna di famiglia.
Comunque, l’esperienza delle Risposte Urbane ho trovato che sia stata molto positiva, ponendo elementi di riflessione e di discussione che si sono rivelati interessanti e stimolanti.
Uscendo sono stata fermata dall’assessore all’urbanistica, che mi ha detto :”quella cosa, non mi sono dimenticato, ti chiamo”. Il che, mi ha fatto ben sperare… Che cosa direte voi? Bè, per ora vi dovete tenere la voglia, questa è un’altra storia, e se ne dovrà parlare un’altra volta