Mi hanno pagato una CTU. Di questi tempi non è poco. Sono tornata a casa con un’idea malsana nella testa: andare a fare un week end a Dublino. Nonostante non sia passato nemmeno un mese da quando siamo tornati a casa da Valencia e nemmeno tre da quando siamo tornati dagli Emirati.
Fabio, la voce della mia coscienza, mi pone di fronte una serie di problemi casalinghi da affrontare: scuri da cambiare, casa da ridipingere, mensole, zona bagno.
Eppure, tutt’ora, non riesco a togliermi dalla mente in week end a Dublino. E lo so, nemmeno lui.
Ci saranno tanti che pensano che siamo frivoli e pensiamo solo a divertirci invece che alle cose importanti della vita, eppure non riesco a vederla in questo modo…
Dice una nota pubblicità, che la vita dovrebbe essere misurata in momenti e non in minuti. E’ vero.
Che senso ha vivere ogni giorno sempre uguale, pieno di problemi e di rogne sul lavoro, a casa, in famiglia, crollare la sera sul divano davanti a un film e non vederlo nemmeno fino alla fine perché il sonno vince sempre.
Ogni giorno, così, sempre uguale….
Cosa ricordo alla fine di ogni anno? I giorni trascorsi in giro, le scoperte, le emozioni, le sensazioni provate nello scoprire luoghi nuovi, nuove culture, nuove cucine, nuova gente. Sentire il cervello che si nutre, crollare sul letto la sera, stanco ma non annoiato, con la voglia di ricominciare il giorno dopo.
Il viaggiatore è quello che cerca cibo per l’anima, qualcosa con cui riempire il cuore attraverso gli occhi.
Allora il viaggio non è più vacanza, ma scoperta, e necessità.
Soundtrack: Where the streets have no name – U2