Oggi è il 27 gennaio. 69 anni fa un gruppo di soldati dell’Armata Rossa si sono visti davanti degli spettri che vagavano tra le rovine di Auschwitz. Si era aperto il vaso di Pandora. Orrori, mostruosità, cose talmente atroci che nessuna mente umana avrebbe potuto partorire. Ma, alla fine, non si trattava certo di umani. Un umano non avrebbe mai potuto ideare cose del genere. Erano mostri, disumani e ignoranti.
Ignoranti come coloro che l’altro giorno hanno scritto offese contro “Hanna” Frank, incidendo sul muro la loro immensa, abnorme ignoranza.
Perché l’ignoranza non viene solo dalla cultura o dall’istruzione che ognuno di noi ha, è qualcosa di più profondo. Viene dal retaggio culturale, dalle compagnie, soprattutto dai geni che ci portiamo dietro.
E quando leggiamo cose del genere, e sentiamo le offese che sono state fatte alla comunità ebraica di Roma, non dobbiamo arrabbiarci, ma compatire.
Il Rabbino capo di Roma ha detto che loro avrebbero dormito tranquilli, perché offese di questo genere non meritano nemmeno la fatica di arrabbiarsi, perché chi si perde a dire cose del genere nonostante le testimonianze, storiche e personali di chi ha vissuto quegli anni, non merita nemmeno il titolo di uomo, ma solo di essere inferiore.
E se i latini non fossero stati così ingenui, avrebbero capito che la storia non è per niene maestra di vita, perché bastano sessanta, settant’anni a far mettere in dubbio uno dei più grandi eccidi dell’umanità.
Per fortuna, se l’ignoranza urla la sua stupidità, l’intelligenza tace e porta avanti il ricordo di ciò che non può essere dimenticato, e voglio credere che lo farà per sempre, sommergendo quei pochi ignoranti ciechi e sordi.
A questi ultimi io dico “Mazel Tov”, in ebraico è buona fortuna. Si perché ne avete bisogno per provare a cambiare e vivere, e se un giorno il Dio degli Ebrei, dei Cristiani, degli Ortodossi, dei Musulmani, insomma il nostro Dio, vi vorrà aprire gli occhi, allora vi servirà la fortuna, per non impazzire di fronte alla vostra miope ignoranza.
Mazel Tov.
Soundtrack: “Blowin in the wind” – Bob Dylan