L’anno prossimo a Gerusalemme. L’augurio che si scambiano gli ebrei durante la festa della Pesach. Un augurio bello ma impossibile, l’idea di ritrovarsi l’anno dopo a Gerusalemme. Un augurio che durante l’Olocausto ha assunto un significato ancora più profondo, un significato che per alcuni è diventato realtà ma per molti, troppi altri no.
Oggi, nel Giorno della Memoria anche io esprimo questo augurio ai due popoli in lotta nei Territori, di potersi ritrovare l’anno prossimo a Gerusalemme, finalmente in pace, perchè la colpa non è mai da una parte sola, e nemmeno la ragione, ma che il Giorno di oggi possa essere un memento, e un monito, per ritrovarsi tutti, tra un anno, a Gerusalemme.