Ebbene si, anche qui nella Fossa Clodia si è trovato finalmente il tempo per discorrere di Architettura, e lo si è fatto organizzando un ciclo di quattro conferenze tenute da illustri professori sulla particolarità del paesaggio lagunare che ci caratterizza.
Ovviamente non mi sono lasciata scappare l’occasione e, insieme alla mia socia, siamo andate al primo incontro che, tra l’altro, si tiene all’interno della splendida cornice della Chiesa della Santissima Trinità, una piccola chiesa del’700 in centro storico, sconsacrata e destinata appunto a mostre e convegni.
Come si nota dalla locandina a fianco, si tratta della 1° Rassegna di Architettura della città, il che dà da pensare dal momento che gli studi tecnici e di Architettura qui fioccano come neve a gennaio. Comunque, la sala si riempie e inizia la presentazione del Prof. Gino Malacarne, che però inizia a parlare di un suo intervento su Modena. Indubbiamente interessante, niente da dire ma… Non si doveva parlare di Chioggia? Anche perchè, per chi conosce la città e il suo territorio, da dire ce n’è abbastanza. Comunque seguiamo interessate l’intervento, per poi passare ad un altra idea delò Professore e del suo staff in merito ad una “città orizzontale” tra Cesena e Forlì. Finalmente, si arriva a parlare di Chioggia, e della sua proposta per la riqualificazione di una parte molto interessante e importante del paesaggio che è la passeggiata del Lusenzo. Per chi non conosce la città, si tratta di una spettacolare quinta scenica che ci consente di passeggiare ammirando la città con la cornice della laguna. La proprosta è stata fatta all’interno di un concorso di architettura destinato proprio a sistemare la sitazione di questa passeggiata andando ad integrarsi con l’urbanizzazione preesistente. Devo riconoscere che la soluzione del Prof Malacarne era decisamente interessante, riprendendo in chiave moderna la struttura edilizia della città, progetto che peraltro, non ha vinto nulla. Ma mi chiedo una cosa: perchè un concorso come quello dei Ghezzi, invece di essere ad invito e solo per pochi eletti, non poteva essere aperto quanto meno agli studi che vivono ogni giorno la realtà della nostra città? Mah.
Comunque, si tratta indubbiamente di un’iniziativa interessante, che ha richiamato molta gente e che finalmente ci voleva in una realtà come la nostra.
Attendiamo venerdì per altre nuove.