Ma chi è questo Claudio Magris?

Questa la domanda che più di ogni altra si è sentita fuori dalle scuole, dopo i commenti a caldo del post esame di italiano.

Maturita-Claudio-Magris-L-infinito-viaggiare-e-gli-altri-temi_h_partbMe lo immagino con questa espressione, il Professor Magris, che, dopo l’immaginabile contentezza di essere stato scelto come parte di un esame così importante, si è sentito assalire da domande come quella del titolo.

Chi è? Come mai? Ma non era in programma… Ma doveva uscire Pirandello…

Professore, che dire, mi spiace.

linfinito-viaggiarePerché io il suo libro l’ho letto, in tempi non sospetti, fa sempre parte della raccolta di libri di viaggio di Fabio e, anche se non è proprio il mio genere per motivi che ho già spiegato nell’altro post, l’ho trovato bello e attuale, un libro che invita a riflettere e a farsi delle idee.

Perché la vita non è solo quello che ci insegnano a scuola, o quello che si trova sui programmi tra Pirandello e Montale, che pur sono dei grandissimi artisti che io amo molto, ma la vita è anche fatta dalle idee che ci facciamo noi con la nostra curiosità, anzi, con la curiosità che dovremmo avere, e che più di tutto dovrebbero avere i giovani.

Quando parlo così mi sento vecchia, poi penso che anche ai tempi della mia maturità le cose erano così, e la commissione si stupiva di sentirmi citare gente come De Carlo o Ken Follett, e il mio professore di italiano mi esibiva orgoglioso come si farebbe con uno strano animale da circo.

E durante l’esame di urbanistica, ricordo che la terribile Giusa Marcialis ci aveva chiesto che libri leggessimo, e le mie colleghe erano partite in quarta a citare i libri di architettura che lei aveva consigliato per l’esame. Ricordo il suo gesto di stizza nell’interromperle (lei che era famosa per le battute caustiche che ti gelavano il sangue) e invece la sua sorpresa e, oserei dire quasi ammirazione nella conversazione che abbiamo avuto nel citare autori che piacevano a entrambe e che ci consigliavamo a vicenda.

Tutt’ora se ci incrociamo a Venezia si ricorda di me.

Tutto questo non per dire che io sono più brava degli altri, anzi, ma per dire che dispiace che un patrimonio e una fonte come i libri e la lettura vadano lasciati troppo spesso nel dimenticatoio, surclassati da fonti di informazione più immediate e meno faticose.

Forse, se leggessimo un po’ di più, avremmo più idee nostre, e forse, come Jack Frusciante, potremmo un po’ più spesso uscire dal gruppo.

Colonna sonora: Freedom – Anthony Hamilton & Elayna Boynton

 

 

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