“consigli cinematografici. INDICAZIONI: DEDICATO AI PAPA’, SPECIALMENTE A QUELLI CHE NON CI SONO PIU’. EFFETTI COLLATERALI: TI STRAPPA IL CUORE E TE LO BUTTA LONTANO…. DA VEDERE” Così ha scritto Fabio sul suo stato di Facebook il giorno dopo avere visto questo film, e io ho pensato che è giunto il momento di scrivere questo post ed esorcizzare una volta per tutte questa cosa che mi porto dentro da troppo tempo.
Dice Oskar Schell: «Se il sole esplodesse, non ve ne accorgereste se non dopo otto minuti perché questo è quanto ci mette la luce a viaggiare verso di noi. Per otto minuti il mondo sarebbe ancora luminoso e caldo. Era passato un anno dalla morte di mio padre e sentivo che i miei otto minuti con lui stavano per finire»
Per me sono passati quasi 13 anni dalla morte del mio, e ancora cerco di prolungare quegli otto minuti. Mi ha lasciato in due mesi di sofferenze, e mi ha lasciato in un mondo che stavo costruendo per condividere con lui la mia vita lavorativa, così come condividevamo un sacco di cose.
Non mancavano gli scontri e le litigate, le arrabbiature e le delusioni, da un lato e dall’altro, ma eravamo anime affini e io volevo essere con lui e come lui.
Ora sono cresciuta, non solo in età (allora avevo 23 anni, oggi ne ho 36), ma anche in molte altre cose che penso lo avrebbero reso orgoglioso, e spesso mi trovo a pensare che cosa penserebbe di me e della donna che sono diventata oggi.
A volte penso che sarebbe bello essere come Henry e Claire della moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, perché tante sono le cose rimaste in sospeso. E anche se sono credente, non mi consola fino in fondo sapere che un giorno tra cinquant’anni, rivedrò l’uomo che era stato mio padre tanto tempo prima, perché egoisticamente dico di averne ancora bisogno, di avere bisogno oggi dei vederlo, di parlarci, di scontrarci anche.
Mi ha molto colpito il discorso degli otto minuti, perché ho cercato di prolungarli fino ad oggi, e tutt’ora, guardandomi intorno in questo studio che era il suo lo vedo in ogni angolo e questa non è sempre una bella cosa, perché si deve andare avanti, e mettere una fine a questi otto minuti.
Rimarrà per sempre parte di me e questo è inevitabile e bello, ma la mia vita ora è diversa ed è questa, e cerco di fare di tutto perché sia comunque la mia vita.
Vi metto questa foto, siamo io e lui nel 1980, già ero convinta che da grande avrei fatto il geometra, come lui, poi mi sono evoluta e ho fatto il liceo e poi architettura.
Ve la metto con gioia, non con le lacrime, perché fa parte di me e anche questa sono io.
Colonna sonora : Let it be – The Beatles