Domande? Risposte? Il motivo

Domande? Risposte?

Il motivo per cui in genere evito di rispondere direttamente e individualmente alle missive di chi legge e’ che non voglio trasformare il blog in una sorta di “L’angolino della posta” (o Agony Aunt, come dicono qui). Patrizio, grazie del messaggio, credo che le risposte alle tue domande siano insite nelle domande stesse, e se ti guardi bene dentro le sai gia’.

Vorrei dirti vai vieni e buttati che la lingua non e’ importante ma sarebbero baggianate. Ci vuole un CV messo insieme con un po’ di perizia e bisogna sapersi vendere, la sfrontatezza del ventenne non aiuta granche’ in tal senso e bisogna essere in grado almeno di sostenere una conversazione, altrimenti con tutte le buone intenzioni si rischia di rimbalzare da un colloquio all’altro. Poi e’ anche vero che vale piu’ un grammo di decisione che una tonnellata di prudenza.

L’esperienza che si fa da queste parti e’ valida in se’ ma difficilmente esportabile, almeno in Italia; per quanto sia interessante osservare altri modelli e metodi di lavoro, l’architettura e’ un mestiere sul campo, e ognuno ha le sue lacune e i suoi punti di forza (impossibile sapere tutto). Ci sono dei faux-pas culturali nei rispettivi paesi, differenti tecniche costruttive, diverso il ruolo dei consulenti, il contesto storico e l’atteggiamento verso il patrimonio edilizio. Capisco che comunque in termini di apertura mentale tutto serva.

Io da quel giorno del 1996 che tu menzioni sono in qualche modo prigioniero (volontario, vedi exodus di OMA) della mia “fortuna” quaggiu’, e so che se dovessi tornare al paesello dovrei mettere un gran pietrone sopra a tutte le mie belle considerazioni sul ruolo della creativita’ nel progetto e mettermi a fare la roba che ci si aspetta da me, con i materiali e i budget disponibili la’. Per ora la voglia mi manca, ma solo perche’ questo e’ in effetti il mio primo lavoro continuativo stipendiato in uno studio di architettura (il secondo in assoluto nella mia vita: il primo risale a quando avevo 19 anni e lavoravo come apprendista grafico in una agenzia di pubblicita’), per cui in effetti io mi sono formato qua, in senso lavorativo, anche se la mia formazione culturale e’ prettamente italiana (e me ne vanto).

Il ruolo del caso e/o fortuna in tutto questo e’, per la mia inclinazione, fondamentale. Il talento che da sempre risolve le cose a tutti, e’ quello di saper cavalcare la tigre e alchemicamente trasformare la sfiga in circostanza positiva e fondante.

Una delle mie citazioni preferite rimane comunque quella di Santa Teresa D’Avila, suggeritami da Truman Capote nel suo Preghiere Esaudite:

“Talvolta si spargono piu’ lacrime per le preghiere esaudite che per quelle inesaudite”.

Amentroppo sole


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sorriso

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